Un ritmo vellutato, un ritmo sfrigolante, un ritmo saldo.
Questo era il contributo
che ognuno dei tre membri fondatori del piccolo gruppo dei Viaggiatori del Sogno aveva da donare: si erano ritrovati quasi per
un (apparente) caso, e da quel momento nessuno di loro tre aveva più potuto
muovere un solo passo in solitaria.
Avevano stabilito un
tacito patto, che non necessitava di parole né di gesti eclatanti; era bastato
lo scambio di un triplice sguardo, e il cammino comune aveva avuto inizio.
Chiunque li incontrasse
rimaneva colpito dalla particolare energia risultante dall’unione di melodie
tanto differenti. Ognuno di loro avrebbe potuto benissimo suonare un assolo ed
incantare un’ampia platea, ma quello che riuscivano a creare insieme, unendo la
differente qualità dei loro ritmi, era qualcosa che andava oltre.
Fare la loro conoscenza risultava taumaturgico.
Chi fosse stato impoverito della propria energia, sentendosi virare verso un colore blu profondo, dopo avere incrociato le loro vite provava nello spirito, lo stesso sollievo che un soggiorno di cure termali dona al corpo.
Chi fosse stato impoverito della propria energia, sentendosi virare verso un colore blu profondo, dopo avere incrociato le loro vite provava nello spirito, lo stesso sollievo che un soggiorno di cure termali dona al corpo.
Quello dei Viaggiatori del Sogno veniva raccontato
come un viaggio giovane, che aveva mosso ancora pochi passi su questa Terra…..la
verità era che proseguiva da molto più tempo
di quello apparente agli esseri umani.
Le dimensioni già attraversate erano molteplici, e di quando in quando riaffioravano alla memoria di ognuno dei tre Viaggiatori.
Le dimensioni già attraversate erano molteplici, e di quando in quando riaffioravano alla memoria di ognuno dei tre Viaggiatori.
Quando questo accadeva,
colui che aveva avuto sentore di una nota lontana eppure così vicina, sentiva
la necessità di prendersi lo spazio di una piccola solitudine, tracciare un
sentiero individuale, e raggiungere un’alta scogliera.
Lì si raccoglieva e
proiettava lontano il proprio sguardo, ripassando la propria canzone interiore.
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