La sua
vita era stata fino a quel momento un’opera di fine artigianato: ogni passo del
corpo ed ogni movimento interiore avevano contribuito ad inanellare un lungo
gioiello invisibile agli occhi fisici, che lei indossava ogni giorno,
consapevolmente.
Ed ogni
giorno, ogni istante, il gioiello assumeva nuove sfumature di luce,
guadagnando, quando il momento era maturo, una nuova perla che si aggiungeva a
quelle già esistenti.
Quando
avveniva la grazia di un Incontro concepito nelle viscere delle reciproche terre
interiori, la Maestra d’Arte riluceva della Bellezza del suo gioiello, agli
occhi di chi sapeva guardare.
Ma anche
quando lo sguardo dell’altro non era sufficientemente pronto ad accogliere, la
luce traspariva sotto forma di un bagliore subitaneo che diveniva poi subito
dopo intermittente, lasciando il sentore di qualcosa di insolito e prezioso, ma
indefinito.
Una notte
durante la quale una tempesta di particolare intensità era scoppiata al centro
di quell’uragano che era a volte il suo cuore, la Maestra percepì chiaramente
una voce.
Le veniva
detto:
Apri le braccia….lo vedi?
Ora respira anche ciò che tengono stretto
quando rimangono serrate.
Quella
notte la Maestra d’Arte partorì la sua più grande Opera.
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