Il suo era sempre stato uno sguardo fra due mondi.
Era come se in mezzo ai
suoi occhi esistesse un invisibile ponte che permetteva di fondere alchemicamente
la dualità del pianeta Terra.
Si trattava di un suo
talento innato, ma che aveva dovuto attendere, per farsi ascoltare e
riconoscere.
Il Guardiano dello
Sguardo non aveva conquistato da un momento all'altro il suo nome.
Era stato necessario
affrontare il senso della dimensione temporale terrestre, che era scorsa in innumerevoli
ruscelli, dai quali aveva attinto un’esperienza dopo l’altra.
Arrivando sempre più vicino alla guarigione del senso dell’Intuizione.
Arrivando sempre più vicino alla guarigione del senso dell’Intuizione.
Un giorno, durante un breve viaggio solitario in terre silenziose e pulsanti, era giunto ad una
cascata. Osservandola, era emersa la vivida consapevolezza di essere sgorgato
da lì.
Da quel momento, ogni
volta che qualcuno si trovava a parlare con lui, dalle sue parole avvertiva
scaturire il senso dell’intensità della Terra, mescolato alla leggerezza dell’Aria.
Dopo essersi separati da lui,
si poteva percepire una piccola fiamma di calore, la potenza del Fuoco,
scorrere con la fluidità dell’Acqua nelle profondità più intime di se stessi.
Le sue parole erano
attinte da quel ponte fra i suoi occhi non visibile ad occhio nudo: pur non
potendo spiegare razionalmente il perché, chi aveva la fortuna di comunicare
con il Guardiano dello Sguardo, ne usciva rinfrancato.
Come se sentisse di
essere stato visto davvero, per la
prima volta.
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