martedì 25 ottobre 2011

Le lunghe ali di una voce




Lei è in grado di dar voce all’inesprimibile.
Le capita spesso di passeggiare lungo corsi d’acqua tempestati di alberi in fiore, bisbigliando parole d’amicizia ai boccioli che devono ancora aprirsi al mondo.
I fiori adulti, che saranno presto balie dei piccoli fiori nuovi, la ringraziano accarezzandole le gote con i loro morbidi petali.

A volte le sfiorano il naso, ed allora lei starnutisce e scoppia subito in una risata leggera.

Quando arriva al suo fiume madre e padre, scende con lentezza serena verso la riva, e senza interrompere il movimento fluido delle gambe, entra in acqua.
Siede sulle onde, come se una barca invisibile la sorreggesse, e danza seguendo la corrente.
Senza chiedersi dove la porterà, lei danza. I suoi piedi sono mossi dal filo dell’acqua robusta e leggera, che ride insieme a lei.

Ma è la sua voce, soprattutto, a muoversi con sfarzo.
La sua voce che spinge dalle profondità delle acque, e si libra verso l’alto, indossando nella salita tutti i colori dell’iride.

E’ la danza stessa, questa voce.
Quando incontra qualcuno lungo la sua strada, riesce ad esprimersi nella gamma di tutti e cinque i sensi umani. Quel qualcuno allora non può fare a meno di lasciarsi compenetrare dalla splendida creatura viva che lo sta abbracciando. E ride; chiunque ne venga toccato, anche solo per un attimo, non può fare a meno di ridere con tutto il corpo, esteriore ed interiore.

sabato 10 settembre 2011

Hope there is



Lui aveva avuto un solo vero amore.
Tardi se ne rese conto, quando iniziò a perdere la capacità di lasciarsi affascinare dagli sconosciuti incontrati per strada.
Camminava per le strade mangiate dalla polvere e dal rumore, piene delle struggenti promesse di un’imminente primavera.
Un altro anno. Il vento vorticava e non portava semi.
Pioggia, neve, fioriture. Tutto fuori. Dentro un rigido, perenne, sempreverde inverno.
Come fate, ad innamorarvi? Spiegatemelo, perché sono malato di emozioni andate a male. Puzzano dentro me, hanno perso la freschezza del loro profumo.
L’organo è malato: dobbiamo tagliare, curare il sintomo, o estirpare l’ombra del suo male alla radice, dopo averla fronteggiata corpo a corpo?
Ditemi. Offrite la vostra opinione. Rendetemi partecipe.
Gli uccelli cantano, in queste notti. Presentono la primavera.
Lui veniva svegliato dalla scia di melodie fischiettate nella strada su cui si apriva la sua finestra. Senza capire se fosse ancora il sogno, o l’inizio di una nuova realtà mattutina.
Qual è poi la differenza?
Antiche e languide dispute se ne sono contese l’apparente verità: la vita è sogno, o il sogno è la vita?
La vita è un sogno da noi creato, abortito a volte, cesellato, altre.
Essere artefici della propria vita è la più grande e desiderabile delle opere d’arte: Maestro, lei mi insegna la magnificenza della sua vita.
Si alzava di scatto, e buttandosi addosso un lungo cappotto, correva come un affamato a cercare quelle sigarette a cui ormai troppe volte aveva cercato di voltare le spalle: sirene bastarde.
Camminava dritto e fiero, ma dentro caracollava, con tutto lo struggimento della notte dei suoi pensieri.
Poi scompariva, nella trama di raso fitto della sua stanza, e nessuno avrebbe più potuto giurare sulla sua esistenza su questa terra.
Ma lui, in gran segreto, nuotava.

giovedì 4 agosto 2011

The Snow Endless Trip




http://www.youtube.com/watch?v=pCVR0XVMPog

Il signor Chiocciola aveva una particolarità.
Ogni volta che vedeva arrivare, soffiando  e canticchiando con voce leggera, il primo fiocco di neve dalle alte profondità del cielo, afferrava d’impeto la sua vecchia ed amata Hasselblad, e si imbarcava sul primo treno in partenza.
Non aveva nessuna importanza la destinazione del viaggio.
Importante e fondamentale era essere cullati dalla corsa del treno, la musica del silenzio incisa su nastro nelle orecchie, ed un finestrino sorridente davanti a sé, in risposta al suo sorriso di improvvisa contentezza.
Quello era il momento dell’anno, in cui la malinconia abituale lasciava volentieri il posto ad un sorriso aperto e gioioso, anche se a tratti venato da un lampo di subitanea nebbia.
Attraverso il viso di vetro di quel finestrino, sporco ed appannato, il signor Chiocciola vedeva passare ogni istante della sua vita trasfigurato dall’abito della neve. Dal suo misterioso e silenzioso fascino. Ogni albero aveva il viso di una persona amata e persa lungo la corsa del tempo, che lo guardava con occhi tornati d’improvviso amorevoli. Con braccia lunghe e così morbide che si facevano perdonare ogni torto.
Ogni distesa d’erba, con i suoi fiori ghiacciati dal biancore, diventava un lungo lenzuolo di promesse ardenti, il cui ricordo stillava ancora un freddo profumo.
Poi arrivavano le case. Le case che passavano correndo fra risate soffocate erano le Anime Amiche. Le anime di chi rimane sempre, anche da lontano, vicino.
In un silenzio innevato, a volte. Ma caldo e vibrante.
Quando il treno imboccava il tunnel, in un lungo bacio ad occhi chiusi, anche il signor Chiocciola chiudeva gli occhi. Sentiva le mani della nebbia che accarezzavano il suo spirito, volteggiando delicate dentro di lui, e vedeva lo sbocciare di un indefinito, eccitante giorno futuro.
Quel giorno, la nevicata iniziò leggera, in sordina. Ma mano a mano che il treno accellerava il passo, la neve lo seguiva, danzando al suo ritmo.
Quando le gambe del Treno presero l’ultima, infuocata rincorsa, la Neve si lanciò con lui in una vorticosa giravolta, e ne avvolse il lungo corpo.
Il signor Chiocciola capì di essere stato coinvolto in un atto d’amore, mentre scivolava in volo insieme a loro, non è dato sapere dove.

http://www.youtube.com/watch?v=dueEkCsjBfE