mercoledì 6 marzo 2013

Una vita in corsa




Si erano ritrovati alla festa di un amico comune, ed era stato immediato riconoscimento. Del resto, avevano condiviso così tante colorate avventure che l’uno era rimasto scolpito nella memoria dell’altro, con una sonora risata collegata ai reciproci volti. Si erano seduti sul morbido divano che troneggiava in mezzo alla stanza, e avevano iniziato a scrutarsi, a lungo e con molta attenzione. Ognuno cercava di leggere nell’altro un diario della propria vita passata.

Il personaggio che vedete sulla sinistra, quello con l'espressione ballerina, non si era fermato un solo secondo. Proprio mai, dal momento della sua nascita in poi. A un certo punto i due amici avevano preso strade diverse, e mentre l’altro si era preso un periodo di riposo che virava verso la stabilità delle idee e delle membra, lui no. Lui non ne era capace. O meglio, per usare termini positivi, che è sempre bene, lui era incontrovertibilmente capace di correre. Correre a perdifiato, lungo ogni sentiero che la vita gli offriva. Così non si era mai tirato indietro di fronte ad alcuna proposta, raccogliendo ogni sfida ed ogni esperienza.

Tutto ciò aveva fatto sì che il suo volto, se osservato da vicino, raccontasse di cieli appesantiti da banchi di nuvole violacee, sabbia morbida e rovente, città gremite di odori, e strade di montagna avvolte nel silenzio. Si portava addosso, non visibili ad occhio nudo, strati e strati di abiti appartenenti a culture, pensieri e visioni diverse, di cui aveva fatto esperienza nel corso della vita; all’occorrenza li sfilava uno per uno, lasciando in evidenza sopra agli altri solo quello più utile per il momento che stava vivendo. Questo faceva sì che la sua mente fosse diventata un elastico, pronto ad allungarsi per raggiungere confini lontani, anche quelli meno conosciuti.

La sua mente diventava allora un veicolo attraverso il quale viaggiare anche stando fermi: il che nei fatti significa che fermo, appunto, non lo era mai davvero.

La sera dell’incontro con il suo vecchio amico però, successe una cosa strana…..più ne osservava l’espressione serafica e rilassata, più sentiva di avvicinarsi ad un’inedita sensazione….. la mente e il corpo hanno bisogno di immergersi ogni tanto nel silenzio per ricaricarsi, sembrava dirgli il viso disteso dell’ amico. Più svuoti, più sei pronto ad accogliere.

Forse avrebbe potuto sperimentare anche lui una pausa di riposo? …………………...

In fondo, anche quella sarebbe stata un’esperienza. Nuova.