giovedì 28 giugno 2012

Il profilo del colore





Si sistemò la maglia con gesto sottile, inclinando impercettibilmente la testa, gli occhi sgranati come un gatto in agguato.

Osservare la materia viva di cui è fatto un quadro le procurava sempre un leggero stordimento: la pastosità del colore era sempre stata estremamente sensuale, per lei. La tentazione di allungare la mano e accarezzarne i contorni, fastidiosamente imperiosa.

Ogni volta che accadeva, le era necessario fare un passo indietro, e ripetere un piccolo gesto rituale, che la riportasse alla realtà.

Van Gogh però era ben difficile da sostenere: la fissava con sguardo verde e impertinente, sussurrandole “avvicinati….toccami…!”. Come resistere?
Frugando in borsa, e infilando in bocca una caramella con ripieno al caffè; i denti stringevano la corazza esterna della caramella, aprendola a metà in un solo morso. Il contenuto morbido e liquoroso si guadagnava la libertà di fuoriuscire, e la lingua veniva avvolta da quel magma serpeggiante, che indugiava su ogni papilla gustativa, legandola a sé per lunghi istanti.

Van Gogh allora ondeggiava su una barca al largo di un mare tiepido e sonnolento, immerso nei riverberi del sole. Lei lo guardava con gli occhi socchiusi, innamorata e ammutolita dall’incanto e dal desiderio.

Finchè lui iniziava a smembrarsi in mille piccole particelle di colore: ad una ad una iniziavano a librarsi nell’aria, diventando spicchi di luce sull’acqua, allungandosi dalla barca fino all’orizzonte.

I suoi occhi si chiudevano sempre di più, la testa crollava sulla spalla destra, e Van Gogh si ricomponeva fra le sue braccia.

Si sistemò la maglia blu oltremare con un gesto deciso, prendendo le distanze dal quadro: il bacio di Klimt le procurava sempre le allucinazioni.


martedì 12 giugno 2012

La viaggiatrice insonne







Passato un certo numero di giorni, sentiva la necessità di cambiare aria, paesaggio, colori, profumi. Musica.

Per la scelta della destinazione successiva si affidava ai sogni; a qualsiasi ora del giorno o della notte arrivasse quell’improvvisa e impellente necessità di cambiamento, lei andava a dormire.

Appoggiava la testa sul cuscino, chiedendo agli spiriti del sogno di inviarle un messaggio chiaro, seppur velato dal loro abituale linguaggio metaforico.

Non restava mai delusa, né disorientata, perché qualcosa le veniva sempre detto, anche se spesso c’era bisogno di fare opera di decriptazione. Quando si svegliava, iniziava subito a riempire il suo Quaderno dei Sogni, trascrivendo ogni immagine ricevuta durante la breve morte del sonno.

Poi prendeva un foglio bianco e pulito, dalla pila che teneva sul comodino, e dipingeva la musica del suo sogno, finché sentiva che la melodia si era spenta.

La sera stessa la valigia era pronta, preparata con pochi abiti: l’essenziale per la propria pulizia e per alimentare lo spirito. Soprattutto, non mancavano mai il piccolo caleidoscopio per guardare con occhi curiosi ogni sfaccettatura dei nuovi paesaggi, un minuscolo piffero di legno per improvvisare musica - secondo lo stato d’animo del momento e i colori del viaggio - bolle di sapone per creare magia. E, ovviamente, un quaderno e una penna.

lunedì 4 giugno 2012

Sulla punta delle dita





Uno sguardo alla posizione delle dita che reggono la penna per scrivere, e le parole prendono la rincorsa, tuffandosi energicamente sulla carta, come in un fresco oceano in una giornata d’estate.

Una miscela che ha sempre funzionato, da quando il primo foglio ha richiamato la sua attenzione: quando? Poco utile ricordarlo. Tanto vento è passato nei corridoi dei palazzi antichi, dopo un lungo viaggio nel mondo, accarezzando acque e intrecciando le chiome degli alberi.

Le parole scorrono come acqua fresca, come il sale delle onde marine, come le zolle di terra mosse in profondità dalla pioggia, che collabora con la vanga del contadino.

Lo scrittore è un contadino che semina cibo futuro per lettori affamati di sapere la vita. E’ un cuoco che raffina la sua arte ad ogni nuovo piatto. Affina il suo gusto assaggiando per primo le parole che sta per buttare in pentola: devono essere perfettamente al dente, un secondo di troppo porterebbe a scuocere tutto.

Allora lui scrive, sotto il sole e nella pioggia, e lascia che le parole sedimentino nuova vita. E’ un maieuta sotto mentite spoglie, che aiuta chi sente la necessità di nuovi abiti per la propria mente.

Quando lo incontrerete, ora saprete ringraziarlo in silenzio.