sabato 6 aprile 2013

Ci vuole Caos, per Creare!






C’è differenza fra Disordine e Caos. Su questo rifletteva, nei momenti di riposo.

Ma erano considerazioni che rimanevano rigorosamente intime e interiori, dialoghi fra sé e se stesso. Nella quotidiana interazione con gli altri, tutto lasciava pensare che non avesse nessun problema a vivere a modo suo, in un mondo a parte dove seguiva un ritmo a se stante. Questo non significava in nessun modo che desiderasse e-marginarsi dal resto del mondo esterno. No.

Però non aveva nemmeno nessuna voglia di adeguarvisi. Voleva volere, agire, pensare, parlare, urlare, tacere, correre e dormire, esattamente a proprio modo. Ovvero, come voleva lui e nessun altro.

Tutto ciò nutriva una particolare predilezione per un aspetto fondante della vita: il Caos. Il Caos è ciò che permette di nascere, creare, morire.

Di esistere senza resistere. Di essere un Creatore di Caos creativo.

Nulla e nessuno avrebbero mai potuto confutare questa profonda convinzione sulla vita, che aveva nutrito l’atto stesso del suo pensare fin dai primi istanti che erano seguiti alla sua nascita su questo pianeta.

Se ne andava in giro per la vita senza inutili orpelli e senza indossare orologi,  seguendo il proprio ticchettìo interno, e muovendosi ad un ritmo che non conosceva violenza, perché era quello del flusso naturale della linfa che scorreva lungo le sue linee interiori. Così poteva capitare che il suo senso del tempo fosse sfasato rispetto a quello degli altri, oppure che il suo pensiero non fosse allineato alle aspettative altrui. Ma non è difficile capire come tutto alla fine si risolvesse nel più pacifico dei modi: infatti lui, vivendo secondo la propria verità, non provava nessun inutile senso di colpa.

Ogni sera il Creatore di Caos creativo narrava a se stesso la propria giornata, mescolando gli attimi vissuti in un impasto di sensazioni reali e idee inventate, che cucinate insieme, davano vita a racconti di alta creatività, registrati successivamente nel suo personale Libro della Vita.

Era un rituale che si ripeteva da quando il Creatore di Caos creativo aveva memoria di sé, e che non aveva mai conosciuto un giorno di riposo. In questo modo veniva data forma al caos nel quale la sua vita si faceva strada a larghe bracciate.

Un giorno nel quale i prati freschi di sole invitavano a rotolarsi su di loro facendo la ruota come quando si è bambini, il Creatore di Caos creativo decise che era giunto il momento di creare una melodia per la propria vita: così distillò una nota da ogni pagina del suo Libro della Vita, le cucì insieme, e le lasciò evaporare all’aria.

Un istante dopo lui stesso vorticava sempre più in alto in mezzo alle nuvole, portato per mano dalla sua melodia, che ne aveva fatto il proprio aquilone.