sabato 30 agosto 2014

Uno sguardo fra due mondi



Il suo era sempre stato uno sguardo fra due mondi.
Era come se in mezzo ai suoi occhi esistesse un invisibile ponte che permetteva di fondere alchemicamente la dualità del pianeta Terra.
Si trattava di un suo talento innato, ma che aveva dovuto attendere, per farsi ascoltare e riconoscere.
Il Guardiano dello Sguardo non aveva conquistato da un momento all'altro il suo nome.
Era stato necessario affrontare il senso della dimensione temporale terrestre, che era scorsa in innumerevoli ruscelli, dai quali aveva attinto un’esperienza dopo l’altra. 
Arrivando sempre più vicino alla guarigione del senso dell’Intuizione.
Un giorno, durante un breve viaggio solitario in terre silenziose e pulsanti, era giunto ad una cascata. Osservandola, era emersa la vivida consapevolezza di essere sgorgato da lì.
Da quel momento, ogni volta che qualcuno si trovava a parlare con lui, dalle sue parole avvertiva scaturire il senso dell’intensità della Terra, mescolato alla leggerezza dell’Aria.
Dopo essersi separati da lui, si poteva percepire una piccola fiamma di calore, la potenza del Fuoco, scorrere con la fluidità dell’Acqua nelle profondità più intime di se stessi.
Le sue parole erano attinte da quel ponte fra i suoi occhi non visibile ad occhio nudo: pur non potendo spiegare razionalmente il perché, chi aveva la fortuna di comunicare con il Guardiano dello Sguardo, ne usciva rinfrancato.


Come se sentisse di essere stato visto davvero, per la prima volta. 

domenica 10 agosto 2014

In ascolto della sua sinfonia


Qual’è il tempo per fermarsi a contemplare?
Sento che vorrei farlo, ma è necessario, ineludibile correre, diceva lui.
Sempre più forte, per andare sempre oltre.
Non è mai abbastanza, non è mai il luogo giusto, c’è sempre qualcosa di meglio.
Ancora.
Aveva gli occhi del colore dei viaggi dalla velocità intensa, la bocca increspata in un mare irrequieto.
Altrettanto spesso però si distendeva in un sorriso bambino, inducendo chi aveva di fronte a sciogliere ogni distanza, e scegliere l’abbraccio.
Bastava il frammento di un istante per trovarsi a navigare con lui in un vasto oceano emozionale, e un attimo dopo, d'improvviso, sentire chiudere il lucchetto di un’alta e impenetrabile fortezza.
Si trattava di un movimento circolare che poteva disorientare, per primo lui stesso.
Ma c’era un segreto, che si rivelava a chi avesse scelto di saltare su quel treno sferragliante, affrontando la paura di ruzzolare.

Chi fosse riuscito a tuffarsi dentro di lui, avrebbe assistito a qualcosa di indescrivibile.
Nuotando a molte leghe di profondità, si giunge ad un paese sotterraneo, inesplorato, dove miriadi di immagini nuotano in sinfonia come branchi di pesci.
Allungando una mano se ne può scegliere una, che accostata all’orecchio, per una particolare sinestesia, si sfoglia allo sguardo, aprendosi in un ventaglio di innumerevoli fotogrammi.
Un piccolo cinema, distillato della sua Essenza. Viscerale.
Le viscere del suo mondo, profondo mille e più leghe scavate nella musica delle sue emozioni.


Io ho scelto il tuffo, affrontando ogni rischio, 
e ora quel luogo profondo e segreto fa parte della mia mappa, 
scavata nelle viscere del mio stesso mondo invisibile.

sabato 19 luglio 2014

La Maestra d'ARte




La sua vita era stata fino a quel momento un’opera di fine artigianato: ogni passo del corpo ed ogni movimento interiore avevano contribuito ad inanellare un lungo gioiello invisibile agli occhi fisici, che lei indossava ogni giorno, consapevolmente.
Ed ogni giorno, ogni istante, il gioiello assumeva nuove sfumature di luce, guadagnando, quando il momento era maturo, una nuova perla che si aggiungeva a quelle già esistenti.
Quando avveniva la grazia di un Incontro concepito nelle viscere delle reciproche terre interiori, la Maestra d’Arte riluceva della Bellezza del suo gioiello, agli occhi di chi sapeva guardare.
Ma anche quando lo sguardo dell’altro non era sufficientemente pronto ad accogliere, la luce traspariva sotto forma di un bagliore subitaneo che diveniva poi subito dopo intermittente, lasciando il sentore di qualcosa di insolito e prezioso, ma indefinito.
Una notte durante la quale una tempesta di particolare intensità era scoppiata al centro di quell’uragano che era a volte il suo cuore, la Maestra percepì chiaramente una voce.
Le veniva detto: 

Apri le braccia….lo vedi?
                           
Ora respira anche ciò che tengono stretto 
quando rimangono serrate.



Quella notte la Maestra d’Arte partorì la sua più grande Opera.

giovedì 20 febbraio 2014

Secret Agent




Il suo occhio la diceva lunga: nella sua non (ancora) troppo lunga vita, aveva visto molto, ma molto davvero....(troppo?).
Era nato dall'unione di un giovane batuffolo di vaporoso cotone con un calzino dagli antichi natali; un giorno, dopo tanto tempo trascorso a prestare servizio e spunti creativi nella stessa casa, si erano finalmente accorti l'una dell'altro, e la miccia sartoriale era stata accesa.
Dopo qualche giorno (in altri mondi concepimento e parto avvengono quasi simultaneamente all'innamoramento), Secret Agent (non ci è dato - per ovvi motivi - conoscere il suo nome di battesimo), riposava comodamente adagiato sul davanzale di un'ampia e luminosa finestra, dalla quale poteva godere di una visuale sufficiente a farsi gli affari di tutti i passanti urbani.
Ma era nella casa dove viveva che accadevano per lui i fatti più interessanti: quella casa culla di arte e creatività, dove un giorno non era mai uguale all'altro, soprattutto per gli sbalzi d'umore dei suoi abitanti. 
Secret Agent prendeva mentalmente nota di tutto, e quel tutto si riversava  nelle sue lunghe orecchie di coniglio di pezza, senza darlo a vedere agli occhi di chi credeva solo nel mondo materiale, e delle apparenze.
Così, una mattina più luminosa delle altre, quando arrivò la nuova inquilina, una con gli occhi appuntiti e le orecchie spalancate, le bastò sfiorare con le lunghe dita abituate al suono degli strumenti di legno e corda, le orecchie del piccolo custode dei segreti....in un attimo, lei e lui erano avvolti da un abbraccio comune, e passavano in una dimensione dove le parole e i pensieri sono musica pura. 
Senza più necessità di pesi e segreti.

www.bunnysocks.org