mercoledì 9 novembre 2016

L'Equilibrista



Una creatura femminile dai molteplici nomi di donna.

Li aveva guadagnati nel corso dei mutamenti di pelle, che usava rinnovare ad ogni stagione delle sue età, come un serpente del deserto.
L’ho incontrata intenta a correre su un lungo filo rosso, indossando il nome dell’Equilibrista.
Il suo sorriso azzurro inciampava nella polvere del labirinto di stimoli sensoriali che aveva scelto come dimora temporanea: lei sollevava il lembo della lunga gonna, e passava oltre, con uno sbuffo energico che parlava di una intensità resistente alle intemperie.
Poi tornava a correre sul filo, riuscendo a mantenere un ritmo costante che le impediva di cadere, nonostante grandi altezze si spalancassero sotto di lei.
Tutto intorno aveva alte onde dalla cresta fascinosa, impossibili da imbrigliare per mano umana: l’Equilibrista le teneva a bada con voce ferma, e attingendo alla loro forza, dipingeva i giorni.

Quando le ho detto arrivederci, nel suo sorriso azzurro ho scorto la sfumatura rossa di un imminente nuovo cambio di pelle.

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